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Cappella dell'Addolorata

Oltre alla chiesa parrocchiale e alle cappellanie o curazie esposte i documenti ci propongono la presenza di alcuni oratori pubblici che nel Seicento sorgono perlopiù nella frazione di Tenno. Uno è quello di San Carlo, o della Disciplina, fondato sulla base di un lascito del notaio Filippo Antonini, il quale nel 1639 tramanda un'eredità di 1450 troni all'altare Sancti Caroli erecti in ecclesia Discipline con la clausola che sia mantenuto un sacerdote beneficiato che celebri due messe settimanali in onore della sua anima e dodici all'anno per quella della moglie Elisabetta. Per quanto riguarda la localizzazione si precisa che la cappella è stata eretta «in coemiterio plebis Thenni prope ipsam plebem», ovvero a monte della parrocchiale, dove ora si trova l'edificio della vecchia scuola. La cappella di San Carlo e Santa Caterina a partire da questo momento compare regolarmente negli atti visitali. Nel 1671, ad esempio, si ordina di riparare la «fessura nel volto» per evitare pericoli, di sistemare le finestre e che «tutta la cappella sia di nuovo imbiancata». Si prescrive inoltre che i confratelli della Disciplina «non provvisti sin hora del habito, o sia veste solita della schola, debbano provedersene tra lo spatio di mesi tre altrimenti siano e s'intendano tassati, e che alla stessa pena da eseguirsi dalli amministratori pro tempore sottogiacciano i fratelli che saranno notabilmente negligenti in frequentare gli esercitii pii della confraternita, soliti a farsi nella cappella in cadauna prima domenica del mese». La cappella di San Carlo vie-ne beneficiata anche dal testamento di don Antonio Armani, che in un codicillo del 1704 esprime la volontà di essere sepolto nella stessa chiesa. Sappiamo anche che nel 1727, per rimpiazzare quanto asportato dalle truppe del Vendòme viene dotata di una campana che il vescovo benedice assieme ad altre due destinate a San Lorenzo e San Leonardo.

Le notizie della seconda metà del Settecento indicano anche la presenza della «cappella pubblica» di casa Brocchetti, eretta nel 1767, dell'oratorio dell'Addolorata o del Santissimo Sacramento, dedicato a San Battolomeo apostolo, nonché quella dei padri Gerolimini dell'Inviolata di Riva, costruita nel 1696 nel loro maso di Novino, detto anche maso Convento. Se si esclude quest'ultima, che sfugge alla giurisdizione della parrocchia di Tenno e quindi non viene descritta nei relativi atti visitali, per quanto riguarda la cappella Brocchetti, tuttora parzialmente visibile al piano terra della vecchia sede del Comune, si dice che è «decente in tutto», sia nella forma che nell'altare, e «non ha altra destinazione che alla celebrazione della Santa Messa». E su questo binario continueranno le relazioni anche nell'Ottocento. Sono invece più attente le descrizioni della cappella dell'Addolorata, anche questa situata assai vicina alla chiesa parrocchiale, dove tuttora si trova. L'edificio, come quello di San Carlo, oltre a ospitare la confraternita del Santissimo, serve «talvolta di comodo ad alcuni sacerdoti per celebrarvi in ora inopportuna nei giorni festivi» disturbando in molti casi le funzioni che si tengono nella vicina parrocchiale, scrive nel 1768 il parroco di Tenno. Sarebbe necessario, prosegue dunque il sacerdote, «che dal cappellano del Santissimo Sacramento nell'oratorio dell'Addolorata venisse chiusa la porta [...] oppure volendo celebrarvi qualche altro sacerdote si avesse a domandar licenza al parroco». Per il resto l'interno è abbastanza ben tenuto e i fedeli sembrano provvedervi con diligenza. Lo testimoniano d'altra parte le dotazioni dell'oratorio, fra le quali possiamo tuttora ammirare alcuni quadri di pregevole fattura e soprattutto l'altare ligneo lavorato che nel cartiglio sopra l'ingresso della sacrestia riporta le date 1663 e 1741.

La cappella di San Carlo verrà a cessare nel 1828, allorché al suo posto sorgerà la scuola comunale. «Nella chiesa ora incamerata e chiusa della società confraternita della Disciplina in Tenno concessa ultimamente a questa comune si sta per intraprendere una fabbrica pei locali della scuola elementare», scrive al vescovo il parroco Valenti, chiedendo informazioni sul da farsi in merito all'altare «tutt'ora intiero» e a un sepolcro che la ,fabbrica va a coprire" . La risposta non si fa attendere e impartisce disposizioni affinché l'altare possa essere profanato e il sepolcro da tempo inutilizzato lasciato come si trova sotto il pavimento che si va costruendo. «Vorrà ella infine», precisa l'Ordinariato, «far che in detta chiesa da convertirsi a uso profano si eriga una piccola croce, che non possa facilmente rimuoversi, e ciò giusta la sanzione del Concilio di Trento».

Passano pochi anni e nel 1851 troviamo che Filippo Giovanni Brunati costruisce una cappella nel castello. «La chiesuola dei San-ti Filippo e Giacomo con adatto campanile che ho fatto fabbricare nel 1851 a canto della mia casa in Castel Tenno è affatto segregata dall'abitazione, non avendo ingresso dalla parte collocata in faccia alla strada, per la quale si ascende al castello», scrive in effetti il Brunati chiedendo l'autorizzazione a far celebrare la messa, «cosa che tornerebbe pure a comodo del villaggio di Frapporta che giace a piè del castello e che non ha in loco nessuna chiesa». La risposta giunge nel 1852 ed è positiva.

Delle quattro cappelle ora in effetti rimane aperta al culto soltanto quella dell'Addolorata. L'interno è composto di un'unica aula con annesso il locale della sacrestia dove sono conservati un lavabo di pietra e gli stendardi della confraternita. L'altare barocco, di cui si è detto sopra, è di pregevole fattura, e proviene forse dalla parrocchiale, come potrebbero dimostrare le belle formelle a rilievo relative a episodi della leggenda taumaturgica di San Rocco che rimandano a uno dei titoli devozionali della chiesa matrice. La pala, databile alla metà del XVIII secolo, rappresenta il compianto di Cristo e i santi Bartolomeo, Giovanni Nepomuceno, Filippo Neri e Francesco di Paola ed è probabilmente da mettere in relazione con la sistemazione in loco dell'altare, che come si è detto porta la data del 1741. Nella nicchia adattata alla struttura lignea è inserita una statua della Madonna Addolorata del XIX secolo, mentre alle pareti sono appesi ex voto e un quadro interessante che richiama la confraternita del Santissimo ricordata anche nell'affresco sulla facciata esterna.

Di Mauro Grazioli, tratto da "Ecclesie, le chiese nel Sommolago", ed. Il Sommolago, Arco, TN. Giubileo 2000.


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